Stacchi da terra (DeadLift)
Stacchi da terra: E’ un esercizio dove si ha una sinergia muscolare importante, per questo motivo è ritenuto uno degli esercizi base pluri articolare dei powerlifter (PESISTI).
A seconda della tipologia o tecnica che adottiamo, concentriamo il lavoro su un distretto muscolare piuttosto che un altro.
La complessità nell’eseguire tale esercizio sta nella capacità motoria vera e propria, caratteristica principale negli sport pesanti come il sollevamento pesi.
Nel caso del bodybuilder dove l’interesse e’ quello del congestionamento, la focalizzazione sarà puntata al reclutamento delle fibre muscolari interessate.
In questo esercizio il fattore determinante che andiamo ad allenare è la forza.
L’importanza di quest’ esercizio pluriarticolare, come lo squat e come tutti gli esercizi deputati allo sviluppo della forza generale, e’ anche quella di alzare i livelli ormonali endogeni (testosterone).
D’altro canto è però un esercizio deleterio per la struttura scheletrica-articolare.
Personalmente avendo giunture articolari molto piccole, superfici articolari ridotte, con conseguente compressione eccessiva delle articolazioni, non ho mai prediletto il deadlift, a parte a fine routine di allenamento (quindi utilizzati come esercizi di esaurimento del glicogeno muscolare) con gli stacchi a gambe tese, o talvolta con gli stacchi alla rumena.
Negli allenamenti ogni esercizio andrebbe utilizzato per uno scopo ben preciso in questo caso tale esercizio e’ utilizzato per i glutei e i femorali.
Esistono varie versioni nel modo di eseguire gli stacchi da terra (DEADLIFT).
Ogni tipologia di stacco ha le sue dovute considerazioni, poiche’ essendo un esercizio pluri articolare che compromette più articolazioni e muscoli (femorali – glutei – quadricipiti – lombari – paravertebrali-polpacci – spalle – trapezi ecc..) ne spiego le varie esecuzioni e tipologie:
STACCHI CLASSICI :
bilanciere a terra, gambe divaricate larghezza spalle, punta dei piedi leggermente extraruotate, si cerca di mantenere le curve fisiologiche della colonna per non avere compressioni (che gia’ si hanno comunque) o schiacciamenti delle vertebre, in realtà ciò è impossibile, soprattutto a livello lombare, con un bilanciere diritto !! se si utilizzasse un bilanciere angolato o un manubrione (vedi metodo kettlebell), lavoreremmo meno di lombari (con una curva della colonna alterata) più di quadricipiti e la schiena accuserebbe meno trauma.!!
STACCHI ALLA SUMO:
divaricando piu’ le gambe, c’e’ lo spazio necessario per far salire il bilanciere con le curve della colonna fisiologicamente corrette.
Ma con l’asse delle ginocchia come la mettiamo ? Il carico mediale sul ginocchio ?
STACCHI A GAMBE TESE:
il lavoro e’ prettamente concentrato solo su femorali e glutei. Non e’ sicuramente da ritenersi un esercizio di forza; il rischio di traumi se non si esagera con i carichi e’ limitato, a parte per i tendini che a ginocchio esteso sono in maggiore tensione.
STACCHI ALLA RUMENA(mezzi stacchi):
mentre negli stacchi a gambe tese si utilizza un gradino per oltrepassare la punta dei piedi e ci si ferma piu’ o meno all’altezza delle ginocchia a seconda della mobilita’ dell’articolazione dell’anca, in quest’esercizio il bilanciere e’ posto su un piedistallo altezza quadricipite.
Quindi la posizione di partenza è quella eretta.
Mantenendo le curve fisiologiche della colonna e ginocchia semi-flesse si compromette quasi esclusivamente l’articolazione dell’anca, (ottimo per femorali e glutei).
In generale a differenza degli altri esercizi, con gli stacchi non si lavora fino al totale esaurimento del glicogeno muscolare, perche’ questo potrebbe sollecitare troppo la schiena e le articolazioni procurando ingenti traumi dovuti dalla mancata stabilita’ data dalla muscolatura stessa, ma invece questi esercizi prediligono da parte dell’atleta il controllo volontario globale della contrazione.
La potenza del controllo volontario della concentrazione, deve prevalere sulla potenza dell’alzata.
Stacchi da terra (DeadLift)
La morale quale e’ ?
Credo che vi siano davvero tantissimi esercizi per congestionare i vari distretti muscolari e credo che non sia necessario se non per ambizione o stimolo personale andare a mettere in crisi le articolazioni con possibili traumi che invece ci possano allontanare dai nostri allenamenti.
La mia concusione e’ sempre la stessa :
IMPARIAMO AD ASCOLTARE IL CORPO, LUI CI PARLA E QUANDO FACCIAMO CERTI ESERCIZI, FACCIAMOLI CERCANDO DI CAPIRE COSA STIAMO CONGESTIONANDO, DA LI COMINCEREMO A CAPIRE MEGLIO LA DIFFERENZA TRA UNA TIPOLOGIA DI ESERCIZIO PIUTTOSTO CHE UN ALTRO.
Stacchi da terra