GENETICA E GRASSO CORPOREO

 

GENETICA E GRASSO CORPOREO

Posso mangiare di tutto, quanto ne ho voglia, tanto non ingrasso !!

Quante volte abbiamo sentito amici o conoscenti che affermano questa frase ?

Persone fortunate ? … con un metabolismo eccellente ? … oppure vi è altro ?

Prima di chiarire questo, voglio ricordare, che il sovrappeso, non e’ determinato esclusivamente dai depositi di grasso sottocutaneo.

Le cellule adipose sono presenti anche all’interno del nostro corpo, accumuli di grasso più interno, non visibile;

questo grasso viene chiamato “ GRASSO VISCERALE”.

GENETICA E GRASSO CORPOREO

Questo accumulo eccessivo di grasso viscerale porta complicanze importanti riguardo la salute, complicanze ben più importanti rispetto all’accumulo di grasso sottocutaneo.

Tali soggetti, sono apparentemente magri, ma all’interno del corpo, tendono ad accumulare più grasso rispetto, a chi geneticamente e’ predisposto ad un accumulo nel sotto cute, e questo li rende partecipi a tutte le problematiche legate al sovrappeso, esattamente come i soggetti in sovrappeso ben visibile, forse con ancor più allarmismo, poiché non se ne rendono conto visivamente.

L’alimentazione deve essere sempre e comunque corretta, a prescindere dalla propria genetica “più o meno fortunata”.

Ecco la risposta che anche i soggetti tendenzialmente magri, dovranno mangiare in modo corretto esattamente come coloro che ingrassano nel sotto cute.

La predisposizione degli adipociti ed il loro numero e dettata dalla genetica e si forma prevalentemente nella fase di vita adolescenziale.

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E’ proprio questo periodo della vita che bisognerebbe avere un occhio di riguardo, per quanto concerne, alimentazione e sport.

Premesso questo non vuol dire che il numero delle cellule adipose non aumenti anche nella fase adulta.

Se l’introito calorico e’ eccessivo, con sedentarietà, ecc.., avviene prima un riempimento delle cellule adipose, successivamente, raggiunta la massima capienza esse cominciano a moltiplicarsi aumentando il loro numero “IPERPLASIA”.

Nel calo ponderale, nel dimagrimento, si può facilmente svuotare l’adipocita, ma il numero delle cellule rimane.

Questo fa capire come non bisognerebbe mai arrivare ad aumentare di grasso in modo così’ considerevole.

Come affermato dagli studiosi, non e’ mai stato scientificamente provato che avvenga il dimagrimento localizzato in un punto ben preciso;

casisticamente accertato però, che quando si allena una parte del corpo, un certo distretto muscolare, sarà proprio in quel punto dove le percentuali di grasso, evidenzieranno un notevole abbassamento rispetto all’origine.

Ci accorgiamo di questo con i ripetuti esami antropoplicometrici effettuati sul soggetto.

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Ad esempio dopo un periodo di allenamento e alimentazione impostata ad un atleta con il 5% di grasso nella plica tricipitale, e 7% nella plica sottoscapolare, interrompendo l’allenamento del gran dorsale si rileverebbe nel controllo successivo, una plica ben più alta di detta regione, e invariata o addirittura migliorata nella regione della plica tricipitale.

Quindi l’esame antropoplicometrico trova la sua utilità in modo capillare, distrettuale, specifico.

Ma come la mettiamo con il resto del grasso ? quello viscerale ?

Non e’ detto che un atleta che abbia il 10% di grasso sottocutaneo, determinato con la plicometria, abbia una percentuale totale di grasso sempre del 10% con un esame impendeziometrico.

Mi e’ capitato di visitare atleti avanzati con anni di allenamento fatti con i pesi , con percentuali di grasso riscontrate con la antropoplicometria, davvero basse;

tuttavia gli stessi soggetti, dimostravano con l’esame BIO impendenziometrico, percentuali elevate di grasso corporeo, non corrispondente a quello dell’esame plicometrico.

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Non sono esclusivamente diversificazioni di calcolo, non vi e’ una relazione diretta tra grasso viscerale e grasso sottocutaneo.

Ognuno di noi tende ad immagazzinare adipe a seconda della propria genetica, questa considerazione non è prettamente legata al grasso sottocutaneo, ma è una predisposizione legata anche a quello viscerale, o alla relazione tra i due tipi, sottocutaneo e viscerale.

Quanti atleti in off season, quindi con un introito calorico elevato e inevitabili accumuli di grasso, non prettamente sottocutaneo, si accorgono ti quanto grasso immagazzinano nei visceri ?

Nella fase di definizione, malgrado dieta e allenamento con i pesi, le percentuali di grasso interno accumulate in eccesso faranno piu’ fatica ad essere metabolizzate, poiché non direttamente coinvolte nell’esercizio fisico come per quanto riguarda il grasso del sottocute .

Quindi diventa imperativo assoluto integrare attività aerobica e quando si parla di tale attività, non và considerata e legata ad un fattore estetico, ma ben si legata ad un fattore diretto riguardo la salute.

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Solo con alimentazione corretta e attività aerobica possiamo contrastare l’accumulo di grasso viscerale.

Diventa quindi fondamentale per un professionista, effettuare un esame specifico del soggetto, calcolando le percentuali di grasso totale , con strumenti come la bio-impedenziometria, oggetto prettamente globale e salutare, contemporaneamente antropoplicometrico, per oggetto primariamente estetico, per mezzo del quale potrà impostare il lavoro soprattutto dove necessita l’atleta.

Tutto questo sottolinea che non vi e’ una relazione diretta tra accumulo di grasso sottocutaneo e grasso viscerale .. tanto da far considerare che a prescindere dal soggetto bisogna bilanciare le due attività, isotonica e aerobica.

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